sabato 12 novembre 2011

Lega, all'opposizione per rigenerarsi?

"La Lega starà all'opposizione". Parola di Roberto Maroni, che si pronuncia così riguardo la possibilità di un governo Monti. Non piace la candidatura di Mario Monti ai vertici leghisti, che addirittura proponevano(senza troppa convinzione) Lamberto Dini alla guida d'un esecutivo tecnico, e che preferirebbero il voto. Le ragioni del rifiuto di stare al governo, e nella maggioranza, in caso di governo Monti, potrebbero estendersi oltre il considerare inadeguato aper il ruolo di premier l'ex commissario europeo. Il partito di Bossi, infatti, potrebbe puntare a passare un periodo di "rigenerazione" all'opposizione per recuperare i consensi perduti nei tre anni di governo.


La Lega ha sempre raccolto moltissimi consensi nei periodi passati all'opposizione, rispetto quelli passati al governo. Il fenomeno è facilmente spiegabile: il Carroccio è un partito che si basa sulle parole, le promesse, i proclami. Mai o poco sui fatti. Da anni si ripropone come unico partito capace di risolvere gli stessi identici problemi di sempre, come immigrazione e federalismo(e quello più fantasioso della secessione), e nonostante abbia speso quasi dieci anni al governo, non è mai stata capace di risolverne uno. Tanti proclami, pochi pochissimi fatti. Difficilmente i problemi non son stati risolti per incapacità o impossibilità, ma piuttosto non si vogliono risolvere. Se già nel primo governo Berlusconi, la Lega avesse risolto il problema degli immigrati, di "Roma ladrona", del federalismo, adesso non avrebbe ragione di esistere come forza politica. 
La strategia leghista è chiara, ogni volta si da vita allo stesso programma, che puntualmente non viene mai realizzato, in modo che lo si possa riproporre sine die.


Per questo la Lega perde consensi quando è al governo, perchè gli elettori si accorgono che il programma non viene mai rispettato e applicato. Ma gli stessi elettori hanno anche la memoria corta, e ogni volta al momento del voto si scordano degli anni di infruttuoso governo leghista, e rispondono pronti ai soliti proclami leghisti. La fine della Lega sarebbe applicare realmente il proprio(discutibile) programma perchè non avrebbe altre "battaglie" da combattere, altre idee da proporre, niente con cui alimentare i deliri del popolo leghista. Persino negli ultimi tre anni di governo si può notare come il linguaggio leghista sia sempre simile a quello di una qualsiasi forza di opposizione, fatto di minacce di far cadere governi su governi e sparate populiste. E se poi va male, semplicemente si scarica la colpa sugli alleati, incapaci di dar vita al progetto leghista, e si riparte da capo, con gli stessi alleati e le stesse promesse.


E' probabile allora che la Lega cerchi la via dell'opposizione per ritrovare il consenso perduto in uno dei peggiori governi di 150 anni di storia italiana. E ancora una volta dovremmo subirci le dichiarazioni, al limite del delirio, di Bossi che promette di buttare fuori tutti i rom e i clandestini, e fantastica sulla secessione padana financo promettendo di aver pronti "migliaia di fucili" per la rivoluzione contro "Roma ladrona". Ma forse questo è solo lo stano modo del senatur di dimostrare affetto verso le poltrone romane, in fondo tanto care al partito leghista. (am)

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