venerdì 11 novembre 2011

Tra governo tecnico e elezioni

Si dimetterà domenica. Così dice, così si spera. Diciassette anni di berlusconismo che hanno avuto come risultato il degrado della politica, l'impoverimento culturale e il bavaglio dell'informazione. Nessuna rivoluzione liberale, nessuna legge degna di nota(quella antifumo e la patente a punti unici risultati), nessun miracolo, e nessun abbassamento delle tasse. Niente di niente per il "governo del fare".


Dopo domenica sapremo di più sul futuro italiano. Intanto impazza il toto-premier, i giornali pullulano di nomi di possibili candidati a guidare un governo "tecnico" che ci porti fuori dalla crisi, alternativa le elezioni. Nomi talvolta assurdi, talvolta prevedibili. Ancora giorni fa, prima delle dimissioni di B, il fatto riportava la notizia di Lotito, "pronto a intervenire per il bene del Paese". Di balle così ce ne han raccontate a bizzeffe. A parte la presunzione, la candidatura di Lotito fa sorridere, è semplicemente ridicola. Si è parlato poi di Letta(Gianni), ancora prima di Draghi, e quindi di Alfano. Un governo Alfano riuscirebbe a superare in ridicolo persino un governo Lotito. La scelta ultima è Mario Monti. Una figura che sembra uscita dal nulla, ma che invece vanta un curriculum encomiabile, o quasi. Rettore e poi Presidente della Bocconi, quindi commissario europeo, sia con Berlusconi che con D'Alema(allora si che c'è da fidarsi). Tuttavia è anche advisor di Goldman Sachs e Coca Cola company, presidente europeo della Commissione Trilaterale, fondata da Rockefeller, e membro del comitato direttivo del gruppo Bilderberg. 


Prescindendo dalla carriera del neo senatore a vita, e soffermandoci solo sul prestigio internazionale di cui gode, la scelta di indicarlo come capo di un governo tecnico, a prima vista sembra azzeccata. Il problema è mettere d'accordo tutte le parti(i partiti) per una grande alleanza. In realtà il problema si estende ben più in là. Come si fa a pensare che un esecutivo, seppur condotto da un "tecnico" come Monti, possa essere retto con questa maggioranza Pdl, seppur allargata da Pd e terzo Polo. O meglio, anche se cambiasse l'esecutivo gli uomini, i parlamentari, rimarrebbero gli stessi. Gli stessi che non son riusciti a fare niente in tre anni di governo. Essendo ancora in democrazia e quindi difficile pensare che qualsiasi misura Monti metta in atto trovi un riscontro positivo in parlamento, con o senza una maggioranza allargata. Berlusconi ha inoltre detto oggi che il Pdl ha diritto di scegliere il programma di un eventuale governo tecnico, di fatto limitando di molto le possibilità di Monti, e vorrebbe Letta vice premier. Berlusconi non darà vita facile a Monti, questo è sicuro. La Lega nemmeno, starà all'opposizione, lì dove raccoglie più consensi(senza dover tramutare in fatti i propri proclami), o propone Dini premier(sarebbe davvero la fine). L'Idv vuole le elezioni, ma gli elettori chiedono a Di Pietro di cambiare idea. Il Pd appoggia Monti(ma non ne sono tutti convinti, specialmente la base del partito), Fli e Udc pure. Un'altra alternativa la propone Vendola, governo Monti per alcuni mesi, tempo di varare i portanti provvedimenti economici e poi il voto. Ecco magari l'ultima idea non è tanto male, magari ci si aggiunge una legge elettorale, si fa lavorare i parlamentari un pò di più per approvare tutto in tempo, a gennaio si torna alle urne, e la parola torna ai cittadini. Stufi di avere i ristoranti pieni e il frigo vuoto. (am)

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